Come sfruttare le norme sociali e la memoria per allenarsi meglio in palestra anche quando non se ne ha alcuna voglia.
Tutta la nostra vita è influenzata da “Norme Sociali”, quello che indossiamo, quello che mangiamo, come ci comportiamo ed ovviamente anche come ci alleniamo; quante volte ci è capitato di non andare in palestra perché non ne avevamo voglia oppure perché quell’amico con cui ci allenavamo non era potuto venire?
Una ricerca pubblicata sulla rivista “Psychology and Sport Exercises” elaborata dai ricercatori Carly Priebe e Kevin Spink dell’Università Saskatchewan in Canada dal titolo ”Blood, sweat, and the influence of others: The effect of descriptive norms on muscular endurance and task self-efficacy” ha analizzato come la leva psicologica delle “Norme Sociali” possa influenzare le nostre performance sportive.
In merito alla ricerca i ricercatori affermano che:
“Lo scopo principale di questa ricerca era quello di esaminare come e se le prestazioni sportive di terzi (in questo caso inventate) potessero influenzare le prestazioni sportive del nostro campione di individui sottoposto allo studio”.
Al campione, formato da volontari di mezza età che praticavano regolarmente Pilates, venne chiesto di eseguire un esercizio di Pilates e di mantenere quella posizione il più possibile. Dopo una pausa di soli tre minuti al campione venne nuovamente chiesto di svolgere il medesimo esercizio solo che stavolta metà dei volontari vennero informati che l’80% delle persone simili a loro per età, sesso e preparazione atletica, nelle medesime condizioni, avevano migliorato le loro prestazioni (informazione di una norma sociale puramente inventata).
Il risultato sorprendente – sorprendente perché dopo il primo esercizio tutti i volontari erano già “belli che esausti” – fu che la metà dei partecipanti, quelli che erano stati influenzati dalla norma sociale inventata, migliorarono le loro prestazioni a differenza di coloro a cui non era stato detto nulla che anzi peggiorarono la loro performance.
Si era già parlato di come riuscire ad ottenere dei muscoli d’acciaio con la sola forza dell’immaginazione, immaginazione che viene rielaborata in un’altra ricerca in cui all’immaginazione viene associata l’idea di memoria autobiografica. Con memoria autobiografica si definisce l’immaginazione di rivivere e di ricordare un determinato allenamento.
Una ricerca pubblicata sulla rivista “Psychology Press -Tandfonline-” elaborata dai ricercatori Mathew J. Biondolillo e David B. Pillemer dell’Università del New Hampshire a Durham (NH) negli Stati Uniti dal titolo ”Using memories to motivate future behaviour: An experimental exercise intervention” ha evidenziato quanto il ricordare un buon allenamento possa incoraggiarci ad allenarci migliorando quindi le nostre prestazioni.
I ricercatori intervistarono alcuni studenti universitari che suddivisero in tre gruppi; al gruppo (A) venne chiesto di ricordare un allenamento in cui si erano allenati bene, al gruppo (B) di ricordarne uno in cui si erano allenati male mentre al terzo gruppo (C) venne chiesto solo se si allenassero. Alla fine dell’intervista i ricercatori chiesero ai tre gruppi se volessero allenarsi ed il gruppo (A) si rivelò quello più motivato a farlo anche da subito, mentre il gruppo (C) fu quello con meno voglia di allenarsi.
I ricercatori concludono dicendo che:
“Senza essere incoraggiati ne tanto meno esser spinti ad allenarsi, gli studenti universitari della ricerca, grazie solo al ricordo dei loro allenamenti positivi, hanno riferito di allenarsi di più e con più soddisfazione. I risultati di questa ricerca dimostrano quanto l’attivazione della memoria autobiografica possa essere uno strumento efficace nel motivare le persone ad adottare degli stili di vita più sani”.
Buona mente e buon allenamento..
Massimo
Immagine Credit: Runar Eilertsen