Essere ottimisti ci fa vivere più a lungo, migliora le relazioni con gli altri e ci fa anche essere più felici ma.. vi sono alcuni casi in cui sarebbe meglio essere un po’ meno ottimisti e un po’ più realistici.

Nella letteratura scientifica sono state effettuate moltissime ricerche che hanno dimostrato quanto sia meglio vedere il bicchiere mezzo pieno piuttosto che mezzo vuoto: ad esempio l’essere ottimisti può aiutarci a vivere meglio e più a lungo.

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Ottimismo e felicità

Inoltre esiste anche una legame diretto tra l’ottimismo e la felicità infatti una ricerca ha dimostrato che, praticando tutti i giorni attività positive come la gratitudine e l’ottimismo, siamo in grado di aumentare la nostra felicità.

Ecco invece come conoscere le 1000 + una qualità della gratitudine.

La parola allo… Psicologo Martin Seligman (fondatore della Psicologia Positiva) che è stato anche il primo a studiare l’ottimismo e che, dopo moltissime ricerche, è giunto alla conclusione che è “quasi” sempre meglio essere ottimisti.

Quasi” sempre perché vi sono talune circostanze particolari in cui sarebbe meglio essere meno ottimisti ma un po’ più concreti e razionali, così infatti lo stesso Seligman scrive nel suo libro “La costruzione della felicità”:

“Dobbiamo riconoscere che gli ottimisti distorcono la realtà a seconda di ciò che gli interessa mentre i pessimisti e i depressi tendono a vedere la realtà in maniera più realistica e precisa (forse fin troppo)” .

Ottimismo e professione

Ecco perché in certi tipi di professioni sarebbe meglio essere più razionali e stare un po’ più “con i piedi per terra”. Ad esempio Seligman sostiene che:

“Se fai l’avvocato è meglio che tu sia pessimista, infatti la capacità di saper prevenire possibili problemi e/o tradimenti è una qualità che dovrebbero avere tutti i praticanti avvocati”.

Ma, se a livello professionale l’esser pessimista fa di un praticante un buon avvocato, è anche vero che a livello personale/privato l’avvocato “pessimista” paga un prezzo troppo alto. Infatti il dottor Seligman insieme ad un team di ricercatori dell’Università Johns Hopkins di Baltimora hanno scoperto che gli avvocati più pessimisti e che fatturavano di più erano anche quelli più depressi e che avevano avuto più divorzi.

A proposito di legame professione/ottimismo, chi per lavoro si occupa di negoziazioni e contratti ed è ottimista ha migliori relazioni contrattuali ed è in grado di portare a termine più negoziazioni di chi invece è più pessimista, questo è quanto emergerebbe da una ricerca basata su studi fatti presso le Università Stanford e IDC Herzliya.

Quando essere ottimisti

Ma allora quali sono quei casi in cui sarebbe meglio essere “quasi” ottimisti e un po’ più realistici? In merito a questo Seligman suggerisce di pensare sempre alle conseguenze del nostro essere ottimisti infatti egli afferma che:

“Il sistema migliore per capire se conviene o meno essere ottimisti è quello di chiederci cosa succederà se falliamo. Se il costo del fallimento è alto allora essere ottimisti è la scelta sbagliata. Il pilota di un aereo con le ali ghiacciate che deve decidere se decollare oppure fare sbrinare le ali. Il ragazzo che ha bevuto e deve decidere se guidare lui la macchina o farla guidare alla sua ragazza. Lo sposo che sta avendo un brutto periodo con la moglie e deve decidere se intraprendere una relazione extra coniugale. I precedenti sono tutti esempi i cui costi dei fallimenti per essere stati troppo ottimisti sarebbero troppo alti e sarebbero rispettivamente la caduta dell’aereo, l’incidente d’auto e il divorzio”.

In un altro libro di Seligman dal titolo Imparare l’ottimismo(ecco dove potete scaricare la versione originale) lo psicologo sostiene che tutti noi possiamo scoprire se siamo degli ottimisti o dei pessimisti cronici semplicemente ascoltando quali e quante sono le storie che ci raccontiamo “a noi stessi”.

Quando ad esempio va tutto storto i pessimisti se la raccontano in questa maniera:

– “Sarà sempre così, non penso di riuscire a venirne fuori troppo presto”

– “Sono tutti uguali, non posso fidarmi più di nessuno”

– “E’ destino, non ci posso fare niente”

Gli ottimisti invece:

– “Non potrà andar sempre così storto, la prossima volta andrà meglio”

– “Non sono tutti uguali, ci sono persone di cui posso fidarmi”

– “Oggi è andata come è andata ma la prossima volta andrà sicuramente meglio”

Buona mente e cari avvocati siate più ottimisti nella vostra vita privata.

Massimo

Image Credit: Scott Smith

 

 

 


Massimo Lattes

Dopo aver completato gli studi in Statistica, mi sono specializzato nell'analisi della comunicazione televisiva lavorando in aziende come Il Sole 24 Ore, Rai, Mtv, Sky e Forbes. Il mio interesse si è poi spostato verso la Psicologia e la Sociologia, con il desiderio di comprender meglio le persone dietro ai dati e numeri. Ho approfondito quindi le mie competenze in Psicologia attraverso studi, letture e partecipazioni a corsi e seminari. L'amore per questo argomento mi ha spinto a creare AudiMente, uno spazio in cui condivido riflessioni sul benessere e sulla crescita personale attraverso l’analisi di ricerche di Psicologia.

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