Concentrarsi per stare concentrati

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Per riuscire ad essere concentrati su un determinato compito e farlo meglio dobbiamo continuamente fare il punto della situazione chiedendoci se siamo o meno concentrati su di esso.

Da studenti a tutti noi è capitato di stare per delle ore davanti ad una stessa pagina di un libro senza riuscire ad andare avanti perché la nostra mente vagava chissà dove. Una ricerca pubblicata sulla rivista online Nature Neuroscience” dal titolo: Closed-loop training of attention with real-time brain imaging condotta dal capo progetto Dottor Nicholas Turk-Browne dell’Università Princeton (New Jersey) con i ricercatori Megan deBettencourt, Jonathan Cohen, Ray Lee e Kenneth Norman ha evidenziato quanto il pensare di essere concentrato su un determinato compito possa aiutarci a concentrarci meglio su quel compito e quindi svolgerlo meglio.

Il capo progetto Dottor Nicholas Turk-Browne infatti sostiene che:

“A tutti quanti capita di non riuscire a svolgere correttamente alcuni compiti ed alcune attività perché tutti noi non siamo in grado di controllare adeguatamente il nostro livello di attenzione e concentrazione…..Un modo per allenare l’attenzione potrebbe essere quello di fornire un segnale che ci avvisi se stiamo perdendo la concentrazione o meno, in modo tale che possiamo correggerci subito e concentrarci di nuovo sull’attività che stiamo svolgendo”.

Durante tutto l’esperimento i ricercatori hanno monitorato le attività cerebrali dei partecipanti allo studio (studenti universitari) attraverso la risonanza magnetica. L’esperimento consisteva nel fare vedere alcune fotografie con volti umani (più o meno nascosti e difficili da individuare) e l’intervistato doveva trovarli e dire se il volto fosse maschile o femminile. Ogni qualvolta, attraverso la risonanza magnetica, i ricercatori si accorgevano che lo studente intervistato stava perdendo l’attenzione gli stessi gli facevano vedere una fotografia più difficile in modo tale che lo studente tornasse a concentrarsi. Questo escamotage serviva per fare in modo che lo studente si concentrasse di più e migliorasse quindi le sue prestazioni.

Il capo progetto Dottor Nicholas Turk-Browne spiega così l’esperimento:

“Aumentando la difficoltà del compito da svolgere noi comunicavamo – in maniera inconscia – al partecipante che non era concentrato e lui tramite questo avvertimento capiva che doveva concentrarsi di più ed impegnarsi, al contrario se vedevamo che il partecipante era attento e concentrato gli rendevamo il compito più facile”.

Questo studio ha dimostrato che, se istruito, il nostro cervello è in grado di riconoscere la percezione di essere concentrato o meno. Infatti dopo l’esperimento gli studenti che avevano partecipato allo studio sostenevano di essere in grado (questa volta senza lo stimolo esterno dei ricercatori) di riuscire a riconoscere quando erano concentrati e quando invece non lo erano riuscendo quindi a concentrarsi di nuovo.

Buona mente e buona concentrazione.

Massimo

Image Credit: CollegeDegrees360