Per tranquillizzarsi bisogna imparare a focalizzarsi sulle proprie emozioni e non sull’evento in sé. Questo ci aiuta a vivere meglio un avvenimento negativo passato e ad affrontare meglio un evento stressante futuro.

Ma perché Fonzie? Se andate avanti nella lettura lo scoprirete..

Un litigio, una discussione o più in generale un evento spiacevole ci lasciano quasi sempre dell’amaro in bocca che ci portiamo dietro per parecchie ore se non addirittura giorni. Cosa fare allora? Per prima cosa sarebbe utile uscire di casa o dall’ufficio a fare una passeggiata. Una volta che ci siamo scaricati con la passeggiata dovremmo provare a pensare a quel litigio in maniera diversa.

Infatti se solo riuscissimo a vederlo da una prospettiva differente saremo in grado di buttare via tutto quell’amaro che ci fa stare tanto male. Una ricerca presso l’Università dell’Exeter nel Regno Unito ha infatti scoperto che ricordare dove eravamo, cosa era stato detto, ma soprattutto come sarebbe andata se avessimo agito in maniera diversa, ci possono aiutare a gestire al meglio la sofferenza provocata da quel particolare episodio. I ricercatori insegnarono ad alcuni volontari un esercizio da fare ogniqualvolta accadeva un avvenimento sgradevole di cui volevano allontanare le sensazioni negative. Attraverso una serie di domande da fare a sé stessi i ricercatori insegnarono ai volontari a focalizzare l’attenzione non tanto sull’evento in sé ma piuttosto sui dettagli sensoriali legati a quel determinato evento. Ecco alcune domande dell’esercizio:

Qual era il tono esatto della mia voce?

Quali sono state esattamente le parole che ho usato?

Che odori sentivo?

Cosa vedevo?

Come mi sentivo io?

Secondo me cosa avrei dovuto dire per evitare quanto successo?

Ogni qualvolta che, dopo un avvenimento negativo, i volontari avevano ripetuto questo esercizio, erano stati in grado di allontanare il malumore che li attanagliava ma ancor più importante erano stati in grado di non ripetere nuovamente il medesimo errore.

Continuare a fissarsi su un qualcosa accaduto come la perdita di un lavoro, la rottura di una relazione, una brutta malattia e continuare a ruminarci sopra, alla lunga non farà altro che portarci tanto stress se non peggio ci trascinerà verso la depressione cronica. Ecco perché i ricercatori consigliano che ad ogni iniziale sintomo di malessere per qualcosa accaduto sarebbe utile ritornare su di esso e fare un’attenta analisi “sensoriale”.

Ok abbiamo visto come gestire un avvenimento passato negativo, ma invece cosa possiamo fare per riuscire a calmare i nervi prima di qualche evento che deve ancora accadere? Ad esempio cosa fare la notte prima degli esami? Ognuno di noi ha suo stratagemma, io la sera prima di un evento particolarmente importante mi faccio una camomilla super concentrata e mi guardo una o due puntate della sitcom “Happy Days” quello con Fonzie per intenderci 🙂 Mi rilassa ma più che altro è una sorta di rituale scaramantico. Questa sitcom americana l’ho vista la prima volta quando ero bambino, poi ai tempi della maturità era capitato che la ritrasmettessero in tv ed io mi ritrovavo a guardarla tutte le sere innamorandomene follemente. Da allora guardare “Happy Days” è diventato il mio rituale scaramantico ogniqualvolta devo affrontare qualcosa di nuovo.

Una ricerca presso l’Harvard Business School’s ha spiegato il motivo per cui i rituali scaramantici riescono davvero a rilassarci facendoci affrontare al meglio qualcosa che ci preoccupa. I ricercatori chiesero a 250 volontari di cantare una canzone davanti ad uno sconosciuto; ad alcuni venne detto di cantarla subito mentre ad altri venne suggerito di compiere un rituale scaramantico prima dell’esibizione canora. (Ad alcuni venne chiesto di fare un disegno delle loro emozioni che provavano in quel determinato momento, ad altri di buttare del sale di fronte a loro, ad altri ancora di fare un conteggio alla rovescia). I partecipanti alla ricerca erano costantemente monitorizzati da un apparecchio che analizzava le loro pulsazioni. I ricercatori notarono che al momento in cui venne chiesto di cantare una canzone le pulsazioni di tutti i 250 intervistati ebbero un picco verso l’alto ma, mentre per chi dovette cantare subito le pulsazioni rimasero sempre alte, per gli altri che si erano sottoposti a dei rituali scaramantici le pulsazioni si normalizzavano quasi subito.

Non solo i rituali scaramantici sono in grado di tranquillizzare e abbassare le pulsazioni ma servono anche a ridurre l’ansia. In un secondo esperimento, sempre presso l’Harvard Business School’s, venne infatti chiesto ai 250 volontari di risolvere un quiz matematico. I ricercatori notarono che coloro che avevano sostenuto dei rituali scaramantici lo superavano meglio ed erano anche meno ansiosi di quelli che invece non avevano fatto alcun rituale. Ma quale era il rituale migliore? Qual era il rituale scaramantico che abbassava di più le pulsazioni, diminuiva l’ansia e faceva svolgere nel migliore dei modi possibili il compito assegnato? Era quello in cui si chiedeva al volontario di disegnare le proprie emozioni. Ma cosa è l’ansia?

Quindi sia per superare lo stress di un trauma passato, sia per affrontare l’ansia di un evento futuro, le ricerche ci insegnano a concentrarci non tanto sugli avvenimenti in sé ma piuttosto sulle emozioni, sulle sensazioni che tali eventi ci comunicano. Insomma non sono le litigate o gli esami a farci star male piuttosto la maniera in cui li viviamo e li percepiamo. Infatti non possiamo avere il controllo di tutto e su tutto però possiamo avere il controllo della nostra reazione a ciò che ci accade.

Volete sapere qual è la prima regola per alleviare l’ansia? Semplicemente la gratitudine.

Buona mente e come direbbe Fonzie Yeahhhh!!!

Massimo


Massimo Lattes

Dopo aver completato gli studi in Statistica Economica e Sociale, ho sviluppato una specializzazione nell'analisi pubblicitaria televisiva. Ho gestito diversi programmi televisivi sia a livello manageriale che editoriale, collaborando con aziende come Il Sole 24 Ore, Rai, Mtv, Sky e Forbes. Tuttavia, il mio interesse si è spostato verso la Psicologia e la Sociologia, con il desiderio di comprender meglio le persone dietro ai dati e numeri statistici. Ho approfondito quindi le mie competenze in Psicologia e Sociologia attraverso studi, letture e partecipazioni a corsi e seminari. Questo interesse mi ha spinto a creare AudiMente, uno spazio in cui condivido riflessioni sul benessere e sulla crescita personale attraverso l’analisi di ricerche di Psicologia Sociale, Psicologia Individuale e Psicologia Cognitivo-Comportamentale.