Se ci convinciamo che un difetto è collegato ad un pregio allora quel tal pregio può davvero diventare un nostro pregio.
Come per la previsione autodeterminante cioè che si realizza per il solo fatto di essere stata pensata – vedi un individuo convinto di un qualcosa che altera inconsciamente il proprio comportamento in modo tale da finire per fare quel qualcosa – nello stesso modo possiamo convincerci di avere un attributo positivo. Una ricerca pubblicata sulla rivista online “Journal of Experimental Social Psychology” dal titolo: “Holding a silver lining theory: When negative attributes heighten performance” condotta dal capo progetto dottoressa Alexandra Wesnousky dell’Università di New York con i ricercatori Gabriele Oettingen e Peter M. Gollwitzer ha dimostrato il legame tra il credere di avere un attributo positivo cioè pregio (legato ad un attributo negativo cioè difetto) e il riuscire a far emergere effettivamente quell’attributo positivo stesso (pregio).
Il capo progetto la dottoressa Alexandra Wesnousky infatti afferma:
“Le persone sanno che una debolezza (difetto) può anche essere una forza (pregio), ma la ricerca ha dimostrato che se crediamo fermamente in qualcosa, possiamo usare a nostro vantaggio quel qualcosa”.
I partecipanti all’esperimento sono stati divisi in quattro gruppi. A due gruppi è stato detto che “erano impulsivi” mentre agli altri due gruppi è stato detto che “non erano impulsivi”.
Ai quattro gruppi sono poi stati fatti leggere due articoli diversi: un articolo dimostrava la correlazione tra l’essere impulsivo e l’essere creativo mentre l’altro articolo confutava del tutto questa legame. Ad un gruppo degli “impulsivi” è stato fatto leggere l’articolo pro correlazione impulsività/creatività così come al secondo gruppo “impulsivi” è stato fatto leggere l’articolo che smentiva tale legame. Lo stesso è stato fatto per i due gruppi dei “non impulsivi”.
A questo punto ai quattro gruppi è stato chiesto di svolgere un compito creativo in soli tre minuti.
I risultati hanno dimostrato che il gruppo “impulsivi” che aveva letto l’articolo pro correlazione impulsività/creatività era stato di gran lungo molto più creativo del gruppo “impulsivo” che invece aveva letto l’articolo che confutava tale legame.
Per quanto riguarda invece i gruppi “non impulsivi” l’esito dell’esperimento è stato l’opposto.
Il gruppo che aveva letto l’articolo che confutava la correlazione impulsività/creatività era stato più creativo rispetto al gruppo che aveva letto l’articolo che esaltava tale legame.
Buona mente
Massimo
Credit Immagine: Rowena Waack