Chi più e chi meno ma tutti commettiamo degli errori, l’importante è riuscire a vederli con gentilezza senza critiche né tanto meno giudizi.

La compassione – dal latino cum patior cioè soffrire con  e dal greco συμπἀθεια, sympatheia, cioè provare emozioni con – è quel sentimento grazie al quale siamo in grado di percepire le sofferenze altrui.

Se vuoi che gli altri siano felici, sii compassionevole. Se vuoi essere felice, pratica la compassione.

– Dalai Lama –

Nel Podcast qui sotto la versione audio di questo articolo.

Ascolta “Il potere della compassione” su Spreaker.

E frase migliore non poteva esser mai pronunziata infatti, come evidenziano moltissime ricerche (alcune delle quali le trovate di seguito), la compassione gode di un potere fortissimo perché, oltre a far molto bene alle persone a cui è indirizzata, beneficia non poco chi la pratica, ma ecco alcuni esempi del potere della compassione.

1) La compassione è un connubio di Mens sana in Corpore sano

I partecipanti ad una ricerca (1) presso l’Università del Nord Carolina, che avevano praticato per una settimana l’auto-compassione ed per una seconda la compassione verso terzi, erano più felici, meno depressi ed anche più in forma fisicamente di quelli che non avevano praticato alcuna compassione.

Ma non solo, essere compassionevoli aumenta anche le difese immunitarie (2).

2) Essere compassionevoli ci fa diventare più empatici e disponibili

I partecipanti ad una ricerca (3) presso l’Università di Zurigo che avevano partecipato ad un corso sulla compassione e che successivamente avevano giocato al videogioco ZPG (Zurich Prosocial Game), appositamente sviluppato per misurare il grado di pro-socialità, erano risultati essere più disponibili ad aiutare gli altri giocatori.

Ed ancora i partecipanti di una ricerca (4) presso l’Università Emory di Atlanta in Georgia che avevano partecipato ad un corso sulla compassione avevano ottenuto punteggi maggiori ad un test sull’empatia denominato “Mind in the Eyes Test” in cui bisognava indovinare le emozioni altrui osservando soltanto gli occhi.

3) L’auto-compassione aumenta l’autostima

Pensare a se stessi con gentilezza e compassione senza giudicarsi o svalutarsi e/o criticarsi aiuta a:

– trovare prima delle soluzioni

– motivarsi di più

– fare i primi passi per cambiare (che son sempre i più difficili)

Insomma l’auto-compassione aiuta a reagire meglio ai propri fallimenti e a ritrovare prima la fiducia in sé stessi (5).

4) L’auto-compassione può essere imparata

Nessuno nasce con una forte auto- compassione, piuttosto la si può anzi la si deve imparare per poi via via sviluppare nell’arco di tutta la vita.

I volontari di una ricerca (6) presso l’Università del Wisconsin Madison che avevano frequentato un corso sull’auto-compassione sostenevano che dopo tale corso, oltre a stare meglio con sé stessi, stavano meglio anche con gli altri perché si sentivano più amati ed accettati. Gli autori della ricerca affermano infatti che la compassione è un po’ come un muscolo da allenare e far crescere.

Ma allora come sviluppare il muscolo dell’auto-compassione?

– Parlando a stessi come si parlerebbe ad un caro amico, o ad persona a cui si vuol bene cioè farlo senza giudizio alcuno.

– Scrivendo una propria recente esperienza negativa in maniera gentile e per nulla critica.

– Se invece si mastica un po’ di inglese si può seguire il seguente corso on line di auto–compassione (dura solo 15 minuti)

– Ed infine per aumentare sia la compassione che l’auto–compassione si può anche provare a praticare la Metta o meditazione della compassione o meditazione della gentilezza amorevole. Una ricerca (7) pubblicata sulla rivista scientifica SAGE ha dimostrato infatti che i volontari che avevano praticato la Metta per otto settimane erano diventati il 50% più compassionevoli rispetto a prima di praticare tale meditazione.

Ma allora in cosa consiste questa meditazione della compassione?

Semplicemente augurare felicità e dire frasi gentili e compassionevoli dapprima a sé stessi poi via via alle persone a noi vicine(amici, parenti) per poi allontanarsi sempre di più fino ad augurare del bene a colleghi, conoscenti, concittadini e finire la meditazione augurando serenità e felicità, e questa è la parte più difficile ma anche la più importante, a quelle persone che ci stanno antipatiche o che ci sono ostili.

Buona mente e buona compassione.

Massimo

P.S.

La compassione ci fa anche accettare di più la sofferenza (nostra ed altrui). Evitare la sofferenza è istintivo, ecco perché ogni qualvolta vediamo qualcuno soffrire ci voltiamo dall’altra parte e se qualcuno ci parla delle sue sofferenze tendiamo a non approfondire od addirittura a cambiare discorso. Ma se invece impariamo ad essere più compassionevoli allora saremo anche più disponibili ad accettare la sofferenza che incontreremo sulla nostra strada (8).

Ricerche:

(1) “Open Hearts Build Lives: Positive Emotions, Induced Through Loving-Kindness Meditation, Build Consequential Personal Resources”. Barbara L. Fredrickson, Michael A. Cohn, Kimberly A. Coffey, Jolynn Pek, and Sandra M. Finkel.

(2) “Effect of Compassion Meditation on Neuroendocrine, Innate Immune and Behavioral Responses to Psychosocial Stress”. Thaddeus W.W. Pace, Ph.D.,a Lobsang Tenzin Negi, Ph.D.,b Daniel D. Adame, Ph.D.,c Steven P. Cole, Ph.D.,d Teresa I. Sivilli, A.B.,e Timothy D. Brown, M.P.H.,f Michael J. Issa, B.S.,e and Charles L. Raison, M.D.a.

(3) “Short-Term Compassion Training Increases Prosocial Behavior in a Newly Developed Prosocial Game”. Susanne Leiberg , Olga Klimecki, Tania Singer.

(4) “Compassion meditation enhances empathic accuracy and related neural activity”. Jennifer S. Mascaro, James K. Rilling, Lobsang Tenzin Negi, Charles L. Raison.

(5) “Self-Compassion Increases Self-Improvement Motivation”. Juliana G. Breines and Serena Chen.

(6) “Compassion Training Alters Altruism and Neural Responses to Suffering”. Helen Y. Weng, Andrew S. Fox, Alexander J. Shackman, Diane E. Stodola, Jessica Z. K. Caldwell, Matthew C. Olson, Gregory M. Rogers, and Richard J. Davidson.

(7) “Meditation Increases Compassionate Responses to Suffering”. Paul Condon, Gaëlle Desbordes, Willa B. Miller, and David DeSteno.

(8)“Functional Neural Plasticity and Associated Changes in Positive Affect After Compassion Training”. Olga M. Klimecki, Susanne Leiberg, Claus Lamm, Tania Singer.


Massimo Lattes

Dopo aver completato gli studi in Statistica Economica e Sociale, ho sviluppato una specializzazione nell'analisi pubblicitaria televisiva. Ho gestito diversi programmi televisivi sia a livello manageriale che editoriale, collaborando con aziende come Il Sole 24 Ore, Rai, Mtv, Sky e Forbes. Tuttavia, il mio interesse si è spostato verso la Psicologia e la Sociologia, con il desiderio di comprender meglio le persone dietro ai dati e numeri statistici. Ho approfondito quindi le mie competenze in Psicologia e Sociologia attraverso studi, letture e partecipazioni a corsi e seminari. Questo interesse mi ha spinto a creare AudiMente, uno spazio in cui condivido riflessioni sul benessere e sulla crescita personale attraverso l’analisi di ricerche di Psicologia Sociale, Psicologia Individuale e Psicologia Cognitivo-Comportamentale.