Ecco come riuscire a dire quello che si pensa senza offendere nessuno.

Ecco come smettere di dire sempre di sì senza per forza litigare.

Hai una cena con amici organizzata da un po’ ed il tuo capo ti dice di andare con lui ad un aperitivo di lavoro, cosa fai? Vai all’aperitivo oppure alla cena?

Non vuoi essere scortese.

Non vuoi sembrare negativo.

Non vuoi disapprovare il tuo capo.

Quindi cosa rispondi al tuo boss?

Ok va bene.” Ma così facendo ti senti frustrato, ti deprimi perché ti rendi conto che non hai fatto come volevi tu ma come voleva lui.

Insomma pensi proprio di essere un “maledetto” Yes Man, uno di quelli che non sa fare altro che dire sempre di sì perché perennemente sotto il controllo di qualcun altro!!

Vuoi sapere come riuscire a dire la tua senza per forza dover litigare?

A proposito di controllo gli studiosi hanno classificato 4 personalità che si basano appunto sul controllo sugli o dagli altri a seconda che siamo noi a controllare o viceversa ad essere controllati, ma vediamole assieme queste 4 personalità.

Personalità passiva: chi sottostà al controllo degli altri perché ha paura di ogni tipo di conflitto ed ha la percezione di non avere neanche controllo su se stesso (si giusto hai capito bene, mi riferisco ai nostri cari Yes Men).

Personalità aggressiva: chi avendo un forte controllo su se stesso ha la presunzione di avere il controllo anche sugli altri ottenendolo però attraverso l’intimidazione. Nel breve periodo queste persone ottengono veramente il controllo cercato ma alla lunga verranno isolate.

Personalità passivo-aggressiva: le persone che hanno questa personalità hanno il controllo su loro stesse, vogliono avere anche il controllo sugli altri ma non vogliono venire isolate motivo per cui cercano di controllare il prossimo attraverso la sua manipolazione.

Un buon controllo su se stessi ci vuole, controllare gli altri è sbagliato ma bisogna imparare a dire come la si pensa senza peli sulla lingua e senza offendere nessuno. Ed ecco quindi che entra in gioco la quarta personalità, quella che fa leva sull’assertività.

L’assertività (dal latino “asserere” che significa “asserire”), o asserzione (o anche affermazione di sé), è una caratteristica del comportamento umano che consiste nella capacità di esprimere in modo chiaro ed efficace le proprie emozioni e opinioni senza tuttavia offendere né aggredire l’interlocutore.

Secondo gli psicologi statunitensi Alberti ed Emmons, che con Manuel J. Smith hanno reso popolare il concetto negli anni settanta, si definisce come «un comportamento che permette a una persona di agire nel proprio pieno interesse, di difendere il proprio punto di vista senza ansia esagerata, di esprimere con sincerità e disinvoltura i propri sentimenti e di difendere i propri diritti senza ignorare quelli altrui”.

Da Wikipedia

Ma cosa dicono le ricerche sull’assertività?

Una ricerca presso la Columbia University evidenzia come l’assertività sia il perfetto equilibrio tra il farsi rispettare per ottenere quello che si vuole e nel contempo mantenere delle buone e sane relazioni.

Lo sapevi che l’assertività è una di quelle qualità che deve possedere un buon leader?

Lo psicologo Randy J. Paterson docente presso l’Università di Vancouver ha scritto il libro “The Assertiveness Workbook: How to Express Your Ideas and Stand Up for Yourself at Work and in Relationships”in cui ha analizzato una serie di studi aventi come oggetto appunto l’assertivitàed ecco cosa ha scritto nella sua prefazione: “Tu sei responsabile del tuo comportamento, gli altri sono responsabili del loro comportamento. L’unico controllo che abbiamo e dobbiamo avere è quello su noi stessi.”

La parola d’ordine dell’assertività è scelta.

Tutti abbiamo sempre la possibilità di scegliere se dire si o se dire no. “Immagina che esista un genio della lampada che dica sempre di si. Sarebbe fantastico vero? Se tu non riesci mai a dire di no beh allora il genio della lampada sei proprio tu ed una volta che il resto del mondo scoprirà questa tuo super potere per te non ci sarà più scampo e per loro saranno solo desideri da esprimere”scrive il dottor Paterson.

Ma allora cosa fare per riuscire a smettere di essere questo “fantastico” – per gli altri – genio della lampada?

1) Stare calmi. Non dobbiamo avere nessuna reazione. Quando qualcuno ci chiede qualcosa non dobbiamo rispondere automaticamente di si. Piuttosto contiamo fino a 10, facciamo un bel respiro e pensiamoci sopra.

2) Pensiamo cosa succederebbe se dicessimo di no. Valutiamo le conseguenze del nostro rifiuto. Ecco cosa scrive il dottor Paterson: “Se diciamo no circonderanno casa nostra con torce, la incendieranno e prenderanno in ostaggio i nostri figli?”

Succederà davvero quello che scrive il dottor Paterson qui sopra? Ovviamente no.

Dobbiamo vedere le cose come stanno veramente ed immaginare le conseguenze “reali” del nostro rifiuto. Se “realisticamente” vediamo che non sono così estreme beh allora rispondiamo pure con un bel no chiaro e tondo.

Non dovete inventarvi una parola magica per rispondere. Basta essere chiari e diretti. Basta rispondere: No, non posso. Vi sembra strana come risposta? Quella della stranezza è una trappola che vi fa stare sotto il controllo degli altri, ricordatevelo la prossima volta che vorrete dire di no, ma ricordatevi anche che non c’è nulla di strano in un bel no.”

conclude il dottor Paterson.

Buona mente

Massimo


Massimo Lattes

Dopo aver completato gli studi in Statistica Economica e Sociale, ho sviluppato una specializzazione nell'analisi pubblicitaria televisiva. Ho gestito diversi programmi televisivi sia a livello manageriale che editoriale, collaborando con aziende come Il Sole 24 Ore, Rai, Mtv, Sky e Forbes. Tuttavia, il mio interesse si è spostato verso la Psicologia e la Sociologia, con il desiderio di comprender meglio le persone dietro ai dati e numeri statistici. Ho approfondito quindi le mie competenze in Psicologia e Sociologia attraverso studi, letture e partecipazioni a corsi e seminari. Questo interesse mi ha spinto a creare AudiMente, uno spazio in cui condivido riflessioni sul benessere e sulla crescita personale attraverso l’analisi di ricerche di Psicologia Sociale, Psicologia Individuale e Psicologia Cognitivo-Comportamentale.