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Studiare una nuova lingua sviluppa ed allena il cervello sia dal punto di vista anatomico che funzionale.

Ripetere la prima declinazione per due volte poi tradurre il brano per una volta quindi coniugare questo verbo; ascoltare la conversazione e rispondere alle domande; riposarsi per 10 minuti e poi riprendere tutto da capo. Questa potrebbe essere una immaginaria scheda di allenamento per lo sviluppo “muscolare” della mente.

Una ricerca pubblicata sulla rivista online Journal of Neurolinguistics dal titolo: Neural changes underlying successful second language word learning: An fMRI study condotta dal capo progetto Dottor Ping Li dell’Università della Pennsylvania con i ricercatori Jing Yanga, Kathleen Marie Gatesb e Peter Molenaarb ha dimostrato la correlazione esistente tra lo studio di una nuova lingua con lo sviluppo anatomico del cervello.

Il capo progetto il Dottor Ping Li infatti afferma che:

Imparare un qualcosa di nuovo, come ad esempio una nuova lingua, rinforza il cervello….Come per un esercizio fisico che più volte lo fai più ingrossi il muscolo utilizzato così per il cervello che più volte usi una determinata area, maggiormente quell’area cresce e diventa forte”.

I ricercatori hanno fatto studiare il cinese ad un campione di persone di madrelingua inglese.

Dopo sei settimane di lezioni di cinese coloro che avevano imparato di più erano anche coloro che avevano una struttura cerebrale più sviluppata rispetto a coloro che avevano imparato di meno ed era anche più sviluppata rispetto ad un campione a cui non era stato insegnato il cinese.

I ricercatori hanno anche notato che coloro che avevano imparato di più avevano una struttura cerebrale più sviluppata anche prima dell’esperimento; secondo i ricercatori questo sta a significare che un cervello più sviluppato apprende prima e meglio.

Questi confronti sono stati fatti attraverso risonanze magnetiche per valutare la variazione della struttura cerebrale nei campioni analizzati.

L’ efficienza della struttura cerebrale è stata valutata in termini di forza e di quantità di connessioni e reti neurali tra diverse regioni e nodi cerebrali.

Più forti sono le connessioni, più velocemente passano le informazioni neurali e più è efficiente l’intero sistema di apprendimento.

Il capo progetto il Dottor Ping Li infatti conclude:

Un risultato molto interessante è che, al contrario di studi precedenti, il cervello è molto più plastico di quanto pensavamo. Anche negli anziani possiamo vedere cambiamenti anatomici di discreta entità che ci fanno ben sperare per il futuro; sicuramente imparare una nuova lingua potrebbe aiutare ad invecchiare meglio”.

Buona mente

Massimo

Credit Immagine: U.S. Navy


Massimo Lattes

Dopo aver completato gli studi in Statistica Economica e Sociale, ho sviluppato una specializzazione nell'analisi pubblicitaria televisiva. Ho gestito diversi programmi televisivi sia a livello manageriale che editoriale, collaborando con aziende come Il Sole 24 Ore, Rai, Mtv, Sky e Forbes. Tuttavia, il mio interesse si è spostato verso la Psicologia e la Sociologia, con il desiderio di comprender meglio le persone dietro ai dati e numeri statistici. Ho approfondito quindi le mie competenze in Psicologia e Sociologia attraverso studi, letture e partecipazioni a corsi e seminari. Questo interesse mi ha spinto a creare AudiMente, uno spazio in cui condivido riflessioni sul benessere e sulla crescita personale attraverso l’analisi di ricerche di Psicologia Sociale, Psicologia Individuale e Psicologia Cognitivo-Comportamentale.

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