Stare in mezzo alla natura ci distrae dai nostri pensieri negativi rasserenandoci e rilassandoci.
“Ma come fai a non capire, è una fortuna, per voi che restate a piedi nudi a giocare nei prati, mentre là in centro respiro il cemento”.
(Adriano Celentano ne “Il ragazzo della via Gluck”). Già nel 1966 Adriano Celentano aveva capito quanto la natura e il verde fossero importanti per la salute di ognuno di noi. Una ricerca pubblicata sulla rivista online “PNAS” dal titolo: “Nature experience reduces rumination and subgenual prefrontal cortex activation” condotta dal capo progetto Dottor Gregory Bratman dell’Università di Stanford in California con i ricercatori Paul Hamilton, Kevin S. Hahn, Gretchen C. Daily e James J. Gross ha evidenziato che fare delle passeggiate in mezzo alla natura contribuisca a ridurre i pensieri negativi migliorando l’umore e diminuendo quindi gli effetti della depressione e dello stress.
Il capo progetto Dottor Gregory Bratman afferma infatti:
“Il nostro studio ha dimostrato che avere dei contatti con la natura possa migliorare il nostro benessere mentale ed ha evidenziato quanto le aree verdi nei centri urbani siano delle risorse fondamentali per la nostra salute mentale…E’ quindi importante introdurre delle aree verdi nell’architettura urbanistica per aiutare la natura ad entrare nelle città.”
I ricercatori fanno notare che al momento il 50% della popolazione mondiale vive in contesti urbanizzati e alcune previsioni stimano che nel 2050 questa percentuale supererà il 70% con tutte le conseguenze negative del caso sulla salute fisica e mentale della popolazione.
I ricercatori intervistarono alcuni volontari prima e dopo averli messi in contatto con la natura tramite della passeggiate nel verde. Durante queste interviste vennero anche analizzate le attività cerebrali della corteccia prefrontale (area in cui si mettono in moto i pensieri negativi) degli intervistati per verificare se vi fossero variazioni. Coloro che avevano avuto contatti con la natura evidenziarono meno attività cerebrali di coloro che non li avevano avuti ed inoltre risposero al questionario in maniera più ottimista che sta a significare quanto il contatto con la natura sia in grado di diminuire i pensieri negativi rendendo le persone più serene.
Un’ altra ricerca pubblicata stavolta sulla rivista online “Health and Place” dal titolo: “Therapeutic landscapes and wellbeing in later life: Impacts of blue and green spaces for older adults” condotta dal capo progetto Dottoressa Jessica Finlay dell’Università del Minnesota con i ricercatori Thea Franke, Heather McKay e Joanie Sims-Gould ha invece dimostrato che frequentare quotidianamente delle aree verdi ed aree blu (aree con acqua ferma o in movimento) sia molto utile alle persone anziane perché li rende più sereni migliorando quindi la loro vita sociale e la loro salute psicofisica.
Il capo progetto Dottoressa Jessica Finlay così descrive la ricerca:
“Abbiamo seguito la vita di tutti i giorni di alcuni volontari di età compresa tra i 65 e gli 86 anni ed abbiamo scoperto come delle esperienze relativamente banali, come il sentire lo scrosciare dell’acqua oppure il ronzare di un ape, possano aiutare le persone a stare meglio migliorando la loro salute. Invogliare le persone anziane ad uscire di casa per raggiungere aree verdi o blu li motiva ad essere attivi sia fisicamente che socialmente e spiritualmente. Queste attività nel verde e nel blu possono aiutare le persone anziane ad arginare e a superare malattie, disabilità e problemi di solitudine.”
I ricercatori consigliano quindi di costruire aree verdi nelle grosse città non solo per farci giocare i bambini ma anche per far trascorrere alcune ore piacevoli ai loro nonni.
“…chissà come si farà, chissà chissà come si farà”.
50 anni fa Adriano Celentano terminava così la sua canzone; ora sappiamo cosa fare, abbiamo la consapevolezza che dobbiamo smettere di costruire case ma che anzi, è giunto il momento di ricostruire aree verdi là dove c’era l’erba ed ora c’è una città.
Buona mente e buona natura.
Massimo
Image credit: Dawolf
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