..il bello delle relazioni sociali..

Ma perché tutte le relazioni sono complicate? Come riuscire a gestire al meglio una relazione? Cosa fare per avvicinarci di più agli altri?

Le relazioni sono molto importanti perché ci fanno vivere meglio e più a lungo ma è anche vero che non è per niente facile gestirle. Come mai? Perché non filano mai lisce come dovrebbero? Tutte, ma proprio tutte le relazioni sono complicate; da quelle con gli amici passando a quelle con i colleghi e familiari fino ad arrivare ai rapporti di coppia. Lo psicologo sociale, dottor Adam Galinsky, insieme al ricercatore dell’Università della Pennsylvania, dottor Maurice Schweitzer, nel loro libro scritto a quattro mani Friend & Foe: When to Cooperate, When to Compete, and How to Succeed at Both ci forniscono una risposta semplice semplice:

Tutte le relazioni sono difficili da gestire perché in tutte vi è della competizione”.

A dir la verità un po’ di sana competizione ci può anche stare – mette pepe nella relazione – ma senza esagerare perché troppa porterebbe soltanto invidia o ancor peggio schadenfreude che è una parola tedesca che in italiano può essere tradotta con: “Piacere provocato dalla sfortuna altrui”.

Una ricerca presso l’Istituto Nazionale Giapponese delle Scienze Radiologiche evidenzia infatti come più simili siamo a qualcuno e più ci verrà facile provare schadenfreude per lui; ecco spiegato perché molto spesso dei bei rapporti di amicizia o di amore finiscono per trasformarsi in relazioni alquanto complicate se non addirittura “malate”.

Ma allora cosa fare per poter costruire una sana relazione di “cooperazione” reciproca? Ecco di seguito ciò che scrivono i due ricercatori:

1) Non nascondere i propri limiti e difetti. Raramente, se non addirittura mai, postiamo su Facebook qualcosa andato storto, piuttosto postiamo sempre e solo cose strepitose – esagerando un pochino – e questo non farà altro che scatenare invidia e competizione nei nostri confronti. I due ricercatori sostengono infatti che per migliorare una relazione sarebbe meglio essere se stessi senza per forza atteggiarsi a super uomini o super donne. Ma come farlo? Cercando di non apparire a tutti i costi perfetti, ecco quello che scrivono i due autori nel loro libro:

In uno studio dei ricercatori avevano fatto esaminare tre candidati a diversi volontari. Lo scopo della ricerca era capire su quale candidato ricadesse la scelta dei volontari. Il primo candidato non aveva i requisiti necessari per la posizione cercata, il secondo li aveva ed infine il terzo li aveva come il secondo ma durante il colloquio si faceva cadere del caffè addosso. Ebbene più del 60% dei volontari, novelli esaminatori, aveva scelto il terzo candidato cioè quello più maldestro.”

2) Scusarsi per qualcosa (anche se non dipende da noi). In una giornata piovosa un ricercatore dell’Harvard University aveva girato in lungo e largo una stazione facendo la medesima domanda ai passanti: “Mi può imprestare il suo cellulare? Devo fare una telefonata urgente” e solo il 9% dei passanti glielo aveva imprestato. Quando invece la domanda veniva formulata nel seguente modo: “Mi spiace che stia piovendo, mi può imprestare il suo cellulare? Devo fare una telefonata urgente” ben il 47% delle persone fermate aveva prestato il proprio cellulare, addirittura il 400% in più rispetto a quando il ricercatore non si era scusato per la pioggia. Che le scuse facciano bene a chi le riceve ma anche a chi le fa, migliorando la relazione tra i due, ne avevamo già parlato ma i ricercatori di Harvard sono andati oltre. I due ricercatori sostengono infatti che, se nello scusarci promettiamo di non farlo più e di cambiare, allora chi abbiamo di fronte si fiderà e si legherà ancor più a noi.

3) Imitare i movimenti della persona che amiamo. Si abbiamo capito bene; imitare le movenze di chi amiamo cioè come si siede, come parla e come gesticola non farà altro che migliorare la relazione che abbiamo con lui/lei perché: “La mimica ci aiuta a capire dal di dentro la persona che amiamo”. Alcuni ricercatori della Stanford University, dopo aver intervistato delle coppie nel corso della loro relazione, hanno scoperto che quelle sposate da parecchio tempo (25 e più anni) erano molto simili tra di loro nel modo di comunicare e di muoversi ed ancor più sorprendente era il fatto che più le coppie erano simili e più la loro relazione andava a gonfie vele. Ecco come far durare di più il proprio matrimonio.

Ma cosa fare affinché siano gli altri a vedere le cose dal nostro punto di vista e non solo noi il loro? Semplicemente..

4) Chiedendo un consiglio.

In una ricerca insieme a Katie Liljenquist, ricercatrice presso l’Università americana Brigham Young, abbiamo scoperto che chiedere un consiglio costringe gli altri a mettersi nei nostri panni vedendo il mondo dal nostro punto di vista” scrivono Adam Galinsky e Maurice Schweitzer nel loro libro.

Chiedere aiuto, anzi chiedere un consiglio, sempre se la richiesta non risulti essere particolarmente ovvia, ci farà percepire più vicini dal momento che abbiamo appena lusingato qualcuno chiedendogli il suo parere vedi ricerca.

Chiedere un consiglio è utile non solo nella vita privata ma anche sul lavoro:

Chiedere un consiglio ad un superiore comunica deferenza e rispetto nei suoi confronti, mentre chiederlo ad un collaboratore lo farà sentire più importante spronandolo a migliorare sempre di più nel suo lavoro”

vedi Friend & Foe: When to Cooperate, When to Compete, and How to Succeed at Both.

Buona mente ma soprattutto buona relazione.

Massimo


Massimo Lattes

Dopo aver completato gli studi in Statistica Economica e Sociale, ho sviluppato una specializzazione nell'analisi pubblicitaria televisiva. Ho gestito diversi programmi televisivi sia a livello manageriale che editoriale, collaborando con aziende come Il Sole 24 Ore, Rai, Mtv, Sky e Forbes. Tuttavia, il mio interesse si è spostato verso la Psicologia e la Sociologia, con il desiderio di comprender meglio le persone dietro ai dati e numeri statistici. Ho approfondito quindi le mie competenze in Psicologia e Sociologia attraverso studi, letture e partecipazioni a corsi e seminari. Questo interesse mi ha spinto a creare AudiMente, uno spazio in cui condivido riflessioni sul benessere e sulla crescita personale attraverso l’analisi di ricerche di Psicologia Sociale, Psicologia Individuale e Psicologia Cognitivo-Comportamentale.