Fare più cose contemporaneamente influisce negativamente sul nostro benessere psicosociale, ancora di più se si utilizzano apparecchi tecnologici come pc, smartphone, tablet & C.

State scrivendo su WhatsApp ed intanto parlate con il vostro collega.

State mangiando ed intanto scorrete le ultime foto pubblicate su Instagram.

State guardando l’ultima puntata della vostra serie preferita su Netflix ed intanto “spammatelike su Facebook come se non ci fosse un domani.

Suvvia non raccontiamocela, tutti noi lo facciamo!!

L’utilizzo di apparecchiature tecnologiche intanto che si stanno svolgendo altre attività è diventato una consuetudine ed ormai tutti noi, chi più chi meno, ne siamo vittime. Ma sembrerebbe proprio che il multitasking tecnologico porti a scompensi psicocognitivi motivo per cui tutti dovremmo imparare a fare una cosa alla volta. Ma come? Concentrandoci di più in quello che stiamo facendo. Si bravo direte voi, ma come si fa? Stando concentrati sull’essere concentrati 🙂 Aridaglie direte voi, ma che significa? È più facile a farsi che a dirsi. Ma anche praticare la meditazione fa benone.

Che il multitasking faccia male lo si è sempre saputo  come anche è risaputo che lo stare troppo tempo su apparecchi tecnologici ci fa diventare più stupidi; ma che il mix delle due cose, cioè il multitasking con apparecchi tecnologici, ci faccia ancora più male è stato scoperto in una  ricerca condotta da due neuroscienziati giapponesi i ricercatori  Kep Kee Loh e Ryota Kanai.

Il capo progetto, dottor Kep Kee Loh, scrive infatti:

“Il multitasking tecnologico, cioè il fare contemporaneamente più cose intanto che si utilizza uno smartphone, un tablet o un pc è sempre più diffuso nella nostra società moderna. Grazie ai nostri studi abbiamo scoperto che il multitasking tecnologico è associato ad una diminuzione delle abilità cognitive, alla depressione e all’ansia sociale e per i più giovani anche allo scarso rendimento scolastico.”

Con multitasking tecnologico si intende fare qualcosa ed in simultanea utilizzare uno o più apparecchi elettronici ad esempio guardare uno talent show in tv ed intanto commentarlo su Twitter o addirittura i “campioni” di multitasking tecnologico sono coloro che sono in grado di utilizzare due apparecchi in contemporanea cioè lavorano sul pc ed intanto sbirciano il profilo Facebook di un amico sul loro smartphone.

Il Dottor Kep Kee Loh sostiene addirittura che:

”Il multitasking tecnologico è strettamente collegato anche a problemi di personalità (ad esempio nevrosi ed estroversione), che a loro volta, a lungo andare, creeranno scompensi strutturali e permanenti al cervello.”

La ricerca dei due neuroscienziati giapponesi ha inoltre dimostrato che esiste una correlazione tra il multitasking tecnologico e la parte emozionale del cervello cioè quella legata all’empatia e alla socializzazione e, più prolungato sarà il multitasking tecnologico e più verrà alterata la struttura cerebrale a discapito delle relazioni sociali. Che usare troppo lo smartphone creasse ansia, depressione e malumore e ci allontanasse dagli altri rendendoci meno socievoli lo avevamo già segnalato.

La prossima volta che vorrete commentare un gol sul vostro gruppo di amici in Whatsapp intanto che starete guardando la partita su DAZN beh se fossi in voi ci penserei due volte – per quanto mi riguarda questo lo evito di già visto che non sono un amante delle persone che rincorrono una palla 😉 .

Buona mente e mi raccomando non usate lo smartphone quando state facendo qualcos’altro soprattutto se siete in compagnia del vostro lui o vostra lei perché l’uso eccessivo di smartphone o di altri device high-tech in una coppia può danneggiarla seriamente fino a farla scoppiare.

Buona mente

Massimo

 

 

 

 


Massimo Lattes

Dopo aver completato gli studi in Statistica Economica e Sociale, ho sviluppato una specializzazione nell'analisi pubblicitaria televisiva. Ho gestito diversi programmi televisivi sia a livello manageriale che editoriale, collaborando con aziende come Il Sole 24 Ore, Rai, Mtv, Sky e Forbes. Tuttavia, il mio interesse si è spostato verso la Psicologia e la Sociologia, con il desiderio di comprender meglio le persone dietro ai dati e numeri statistici. Ho approfondito quindi le mie competenze in Psicologia e Sociologia attraverso studi, letture e partecipazioni a corsi e seminari. Questo interesse mi ha spinto a creare AudiMente, uno spazio in cui condivido riflessioni sul benessere e sulla crescita personale attraverso l’analisi di ricerche di Psicologia Sociale, Psicologia Individuale e Psicologia Cognitivo-Comportamentale.