Il-metodo-infallibile-per-scoprire-le-bugie

Per scoprire le bugie, cioè se qualcuno sta mentendo, non si deve controllare il linguaggio del corpo ma piuttosto bisogna fare domande precise.

Tutti abbiamo visto almeno una puntata della serie televisiva statunitense Lie to Me (ispirata agli studi del Dottor Paul Ekman psicologo e studioso del comportamento umano ed esperto di rilievo sul linguaggio del corpo e delle espressioni facciali) dove il protagonista Cal Lightman riusciva sempre a scoprire se qualcuno stava mentendo guardando soltanto le sue microespressioni del viso. In realtà non è così facile infatti molte ricerche hanno dimostrato che la probabilità di scoprire se qualcuno sta mentendo è 50-50 sia per esperti che per non esperti cioè entrambi hanno la stessa probabilità di indovinare che è del 50%. Insomma se tirassimo una moneta avremmo la stessa probabilità di indovinare. Una ricerca pubblicata sulla rivista online Human Communication Research dal titolo: Expertise in Deception Detection Involves Actively Prompting Diagnostic Information Rather Than Passive Behavioral Observation condotta dal capo progetto Dottor Timothy Roland Levine dell’Università del Michigan con i ricercatori David Daniel Clare, Pete Blair, Steve McCornack, Kelly Morrison, Hee Sun Park ha dimostrato che facendo le giuste domande, una sorta di interrogatorio, è possibile scoprire la verità con una probabilità che va dal 97,8% al 100%.

Il capo progetto, Dottor Timothy Roland Levine, infatti sostiene che:

“Questo studio evidenzia quanto sia fondamentale un buon interrogatorio per scoprire la verità”.

I ricercatori hanno condotto due esperimenti in cui due gruppi diversi di individui venivano fatti giocare con dei giochi in scatola. All’insaputa dei partecipanti dello studio, nei due gruppi erano mescolati anche degli assistenti dei ricercatori, che dovevano stimolare gli ignari giocatori a barare per vincere dei premi.

Nel primo esperimento il 12% del campione aveva barato mentre nel secondo esperimento lo aveva fatto addirittura il 44,9%.

Successivamente il gruppo del primo esperimento veniva interrogato da alcuni specialisti esperti di Tecnica Reid che furono in grado di scoprire il 100% di coloro che avevano barato mentre il gruppo del secondo esperimento veniva interrogato da agenti del FBI i quali ebbero una percentuale di successo nello scoprire coloro che avevano barato del 97,8%.

Il capo progetto, Dottor Timothy Roland Levine, conclude dicendo che:

“Fare delle domande sbagliate può peggiorare la situazione e rendere difficile scoprire se la persona sta mentendo e si rischia di far sembrare colpevole una persona innocente. Ma dei piccoli ritocchi alle domande che si fanno possono davvero migliorare la precisione nella ricerca della verità anche in interrogatori molto veloci. Questo studio potrà avere enormi implicazioni per l’intelligence e le forze dell’ordine”.

Secondo il Dottor Timothy Roland Levine e i suoi collaboratori il futuro dell’investigazione non sarà più soltanto guardare filmati dei presunti colpevoli per cercare di capire se mentono o sottoporli alla macchina della verità ma piuttosto sarà fare degli interrogatori con delle domande studiate a tavolino con degli esperti.

Buona mente

Massimo

Immagine Credit: Brian Murphy


Massimo Lattes

Dopo aver completato gli studi in Statistica Economica e Sociale, ho sviluppato una specializzazione nell'analisi pubblicitaria televisiva. Ho gestito diversi programmi televisivi sia a livello manageriale che editoriale, collaborando con aziende come Il Sole 24 Ore, Rai, Mtv, Sky e Forbes. Tuttavia, il mio interesse si è spostato verso la Psicologia e la Sociologia, con il desiderio di comprender meglio le persone dietro ai dati e numeri statistici. Ho approfondito quindi le mie competenze in Psicologia e Sociologia attraverso studi, letture e partecipazioni a corsi e seminari. Questo interesse mi ha spinto a creare AudiMente, uno spazio in cui condivido riflessioni sul benessere e sulla crescita personale attraverso l’analisi di ricerche di Psicologia Sociale, Psicologia Individuale e Psicologia Cognitivo-Comportamentale.