Non è facile capire se qualcuno sta mentendo infatti non è ancora stato inventato un metodo infallibile anti-bugia, però esistono degli indizi e strumenti che ci possono tornare utili per scoprire un bugiardo.
Ebbene si, Donald Trump è il 45° presidente degli Stati Uniti d’America nonostante tutti i sondaggi lo dessero per perdente. Ma come mai? I sondaggi non dovrebbero essere rappresentativi dei votanti? Qualcosa si è inceppato o forse più probabilmente gli intervistati hanno mentito; le persone mentono, anzi mentono più di quanto crediamo. Una ricerca presso l’università del Michigan, condotta su 1000 volontari, ha infatti dimostrato che il 96% del persone intervistate aveva mentito almeno una volta nell’arco delle ultime 24 ore.
Lo sapete che le persone che appaiono più sicure di sé sono anche quelle che mentono di più?
Ovviamente non tutte le bugie sono dannose; alcune, le cosi dette bugie bianche, sono bugie a fin di bene, ma pur sempre di bugie si tratta!! Ad esempio alzi la mano chi non ha mai detto: “Ti stanno proprio bene quei pantaloni, ti fanno più magra/o”. Le librerie sono stracolme di libri cosiddetti scopri-bugiardi che però in realtà non servono proprio a un bel niente come ha ben appurato la ricerca pubblicata su APA (Associazione degli Psicologi Americani) che, dopo aver provato alcuni di questi metodi anti-bugiardi, ha scoperto che solo il 54% di questi metodi ci azzecca sul serio. Un po’ pochino se si pensa che, lanciando una monetina con testa/croce cioè vero/falso, si ha il 50% di probabilità d’azzeccarci!! Verificato quindi che non è ancora stato scoperto un metodo sicuro a prova di bugiardo proviamo a vedere quali sono quelle strategie che hanno invece una certa validità scientifica e che potrebbero tornarci utili. Una ricerca, basata sull’esperienza trentennale di studi sugli occhi dello psicologo americano Howard Ehrlichman, nega drasticamente la possibilità di riuscire a scoprire un bugiardo solo guardandolo negli occhi. Il dottor Ehrlichman sostiene infatti che gli occhi siano in grado si di trasmettere molti indizi (ad esempio ricordi, amore, paura, gioia etc. etc.) ma non testimoniano affatto che una persona stia mentendo in quel determinato momento. E’ anche vero però che esistono alcuni tipici atteggiamenti e/o comportamenti dei bugiardi quando stanno mentendo. Una ricerca dell’università UCLA, promossa dall’ordine degli psichiatri forensi americani, ha infatti analizzato più di 60 studi sui bugiardi ed ha scoperto che il più delle volte quando una persona mente assume i seguenti comportamenti/indizi: è vaga, non entra nel particolare, ripete le domande prima di rispondere, parla in maniera frammentata da pause, non riesce a dare dettagli quando le vengono richiesti, gioca con i propri capelli o si porta le dita alla bocca. Ed i bambini ne sono l’esempio più eclatante, infatti quando mentono vengono subito scoperti da papà Holmes e mamma Watson. Questo perché i genitori conoscono così bene i propri figli che sono in grado di percepire qualunque leggero cambiamento/indizio avvenga nel loro comportamento, ecco spiegato perché ai miei non ne scappava manco una. Ecco come insegnare ai vostri figli a dire meno bugie. Ma scoprire bugie non deve essere solo un’attività “passiva” di mera osservazione, deve essere anche “attiva” come ad esempio il fare delle domande ben precise al potenziale bugiardo. In un articolo precedente infatti si era dimostrato che domande ben articolate e studiate erano in grado di smentire un bugiardo con una probabilità che si avvicinava al 100%. Un altro metodo “attivo” per scoprire se una persona sta mentendo o meno è quello di farle ripetere il tutto all’indietro. Una ricerca presso il dipartimento di psicologia dell’ Università di Portsmouth ha infatti scoperto che è molto più difficile e faticoso mentire “all’indietro” perché così facendo si rischia di sbagliare e di tradirsi. Ma se questo metodo può essere valido per un interrogatorio della polizia lo è un po’ meno per un famigliare che potrebbe tranquillamente rifiutarsi di raccontare la propria versione all’indietro. In questi casi quindi cosa possiamo fare? Se proprio non abbiamo alcun indizio/comportamento su cui fare riferimento allora fidiamoci della nostra pancia ed intuito che spesso ci azzeccano più di quanto pensiamo, questo infatti sosterrebbe una ricerca dell’università della California. E se volete essere ancora più sicuri consultatevi con un vostro amico. Una ricerca presso l’università di Princeton ha infatti dimostrato che il condividere la propria impressione su una bugia con qualcun altro ci aiuta a scoprire più indizi che altrimenti non riusciremmo a notare.
Buona mente ma, Sherlock a parte, molto meglio la sincerità.
Massimo
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