La felicità oltre che a nascondersi nelle piccole cose risiede anche nelle poche cose. Ecco come ritrovare la felicità – dei nostri nonni – anche in una società consumistica come la nostra.

Ma è possibile essere felici in questa società consumistica moderna che, giorno dopo giorno, ci detta le sue regole su come essere felici? In sociologia il consumismo è descritto infatti come: “L’effetto dell’identificazione della felicità personale con l’acquisto, il possesso e il consumo continuo di beni materiali, generalmente favorito dalla moda o dall’eccessiva pubblicità.” La cosa strana è che i nostri nonni, che possedevano meno di quello che noi abbiamo oggi, erano psicologicamente più felici perché soffrivano meno di depressione, ansia e stress. Ma allora qual è il motivo per cui siamo così infelici oggigiorno? Forse perché, per tornare a stare meglio con noi stessi, dovremmo innanzitutto tornare ad essere meno materialisti e goderci di più le esperienze e le sensazioni (anche quelle piccole) piuttosto che gli oggetti. Forse anche perché i nostri nonni avevano meno scelte da fare, così la pensa il dottor Barry Schwartz, psicologo statunitense e professore di Teorie Sociali presso lo Swarthmore College di Philadelphia, che ha scritto il bestseller The Paradox of Choice: Why More Is Less” in cui sostiene come le “troppe scelte” tipiche della nostra società moderna abbiano ingigantito la nostra responsabilità su cosa scegliere o meno facendoci diventare sempre più stressati (troppi cibi e diete alimentari, troppe mode e stili di vita, troppi modelli di cellulari o abbonamenti telefonici, troppi canali televisivi, troppi amici virtuali, ed ahinoi anche troppi potenziali partner). Concetto ben evidenziato anche dalla ricerca presso la “London Business School” che ha dimostrato che avere troppe scelte da fare ci porta a scegliere il prodotto sbagliato lasciandoci perennemente insoddisfatti.

Lo stesso varrebbe anche per la scelta del partner infatti se siete single e uscite un sabato sera a Londra – una delle città con più single al mondo – avete 1 su 285.000 possibilità di trovare il vostro lui o lei ideale perché più possibilità – e single – ci sono meno vi accontenterete!!

In merito alla difficoltà dello scegliere così continua il dottor Schwartz: “Una volta che abbiamo fatto una scelta può essere che ci assale il dubbio: “Eh se non fosse meglio quell’altro/a?”. E questo varrebbe un po’ per tutto, anche per quel nuovo paio di jeans che abbiamo deciso di comprare.”

Sarebbero quindi le “troppe” scelte dovute al consumismo ad aver fatto diventare più stressate le popolazioni occidentali. “Nelle ultime due generazioni la depressione è triplicata e, dal 1900 ad oggi, è addirittura aumentata di ben 10 volte” aggiunge infatti Schwartz. Una ricerca presso l’Università di Pittsburgh, condotta su un campione di 1.787 individui, ha evidenziato come, a causa dell’utilizzo sempre più esasperato dei social media, nel 2030 la depressione sarà la prima malattia dei paesi occidentali!!

Ma cosa è lo stress? Si può imparare a gestirlo?

Anche saper gestire bene il proprio tempo non sarebbe altro che una questione di scelta infatti tutti noi abbiamo mille cose da fare ed è per questo motivo che oggi, più che mai, il tempo viene considerato “quasi” più importante del denaro. (Si era già spiegato come riuscire a riprenderci il nostro tempo per vivere una vita più serena). Nel suo libro il dottor Schwartz sostiene anche che le nuove tecnologie, invece di farci risparmiare tempo, non fanno altro che rubarcelo. I nostri nonni infatti, quando finivano di lavorare, finivano sul serio, noi invece, a causa dei nuovi “agevolatori tecnologici” (smartphone, tablet & Company), ci portiamo il lavoro a tavola, a letto, in vacanza ed ahimè qualcuno anche in bagno!!

E allora cosa fare? Basta avere più consapevolezza!! Ecco quindi cosa ci suggerisce il dottor Schwartz: “Bisogna prendere una decisione, non si ha scelta. Gioco con mio figlio o rispondo alla mail? 30 anni fa non ci si poneva neanche il dubbio, si giocava e basta. Ora invece dobbiamo essere consapevoli della scelta e dire: Gioco con mio figlio!!”.

Ecco  come riuscire a gestire meglio il vostro tempo al lavoro ed evitare quindi di portarvelo a casa (o peggio ancora in bagno).

Secondo il dottor Schwartz gestire le scelte nella maniera più adeguata dipende solo e “solamente” da noi stessi. Ok facile a dirsi ma meno a farsi, ma come si fa? Semplicemente accontentandoci!!

La vera felicità dell’uomo sta nell’accontentarsi. Chi è insoddisfatto, per quanto possieda, diventa schiavo dei suoi desideri.”


– Mahatma Gandhi –

Ogni tanto dovremmo infatti saper accontentarci del “good enough” cioè dell’abbastanza bene. Infatti coloro che massimizzano tutte le scelte cercando sempre la “best decision” (la scelta migliore) sono anche quelli che sono meno felici ed anzi più depressi sostiene lo psicologo nel suo libro. Per concludere il dottor Schwartz suggerisce che, per essere un pò più felici in questa società, bisogna semplificarsi la vita eliminando tutte quelle scelte inutili che ci fanno solo preoccupare e perdere tempo dedicandoci invece soltanto a quelle davvero importanti perché: “La felicità è il viaggio non la destinazione”.

Buona mente e mi raccomando poche scelte

Massimo

Immagine Credit: Hernàn Pinera

 

 


Massimo Lattes

Dopo aver completato gli studi in Statistica Economica e Sociale, ho sviluppato una specializzazione nell'analisi pubblicitaria televisiva. Ho gestito diversi programmi televisivi sia a livello manageriale che editoriale, collaborando con aziende come Il Sole 24 Ore, Rai, Mtv, Sky e Forbes. Tuttavia, il mio interesse si è spostato verso la Psicologia e la Sociologia, con il desiderio di comprender meglio le persone dietro ai dati e numeri statistici. Ho approfondito quindi le mie competenze in Psicologia e Sociologia attraverso studi, letture e partecipazioni a corsi e seminari. Questo interesse mi ha spinto a creare AudiMente, uno spazio in cui condivido riflessioni sul benessere e sulla crescita personale attraverso l’analisi di ricerche di Psicologia Sociale, Psicologia Individuale e Psicologia Cognitivo-Comportamentale.