A tavola con lo Psicologo

Per mangiare bene usare prima di tutto la testa, non distrarsi e non essere impulsivi, non tenere a portata di vista ciò che non si vuole mangiare e per finire stare attenti con chi si va a cena ma anche a chi te la serve.

EXPO è ormai terminato e visto che il tema principale è stato quello della nutrizione, mi sembrava giusto provare ad analizzare l’alimentazione da un punto di vista psicologico. La parola quindi al… Dottor Brian Wansink responsabile delle ricerche psicologiche dell’Università Cornel nello Stato di New York e consulente di Barack Obama per la lotta all’obesità negli Stati Uniti. Il Dottor Brian Wansink ha scritto due best seller: Mindless Eating: Why We Eat More Than We Think e Slim by Design: Mindless Eating Solutions for Everyday Lifein cui evidenzia come la psicologia possa aiutarci a combattere le tentazioni della gola.

In una società opulenta come la nostra gli attacchi di fame sono per lo più legati al “contesto” in cui ci troviamo in un determinato momento (ad esempio le persone intorno a noi, il luogo, l’umore, l’orario, lo stress ecc. ecc.). Questo “contesto” influenza alcune emozioni che a loro volta possono influenzare la fame (in merito al collegamento emozioni/dieta si veda la ricerca). Ecco perché siamo in grado di mangiare meno e meglio semplicemente andando ad individuare quali sono quei meccanismi che vanno ad influenzare determinate emozioni che ci spingono a mangiare di più.

1) “Non” mangiare con gli occhi

Mangiare con gli occhi non è solo un modo di dire, infatti quando siamo affamati i nostri sensi influenzano la nostra mente al punto tale che vediamo prima e meglio le parole inerenti al cibo (si veda la ricerca presso l’Università Sophia-Antipolis di Nizza). Ecco perché il Dottor Brian Wansink suggerisce di non andare mai a fare la spesa quando si ha fame perché si finirebbe col comprare molto più cibo spazzatura, ed è anche buona abitudine andare sempre con la lista della spesa per non farsi influenzare dalla gola.

Secondo il Dottor Brian Wansink a tavola è bene non distrarsi: Infatti, distraendoci, ci dimentichiamo cosa stiamo mangiando ma soprattutto quanto stiamo mangiando. Ad esempio a tavola più tempo si guarda la TV più si mangia.”

Ma potremmo utilizzare la distrazione al contrario cioè per mangiare più sano.

Il solo leggere le etichette degli alimenti ci può far dimagrire: una ricerca condotta dal Bureau of Labor Statistics’ National Longitudinal Survey of Youthdurata dal 2002 al 2006 con più di 3.000 volontari ha dimostrato che coloro che leggevano le etichette alimentari avevano perso più chili di coloro che non le controllavano.

Una ricerca promossa dall’American Psychological Association ha evidenziato quanto l’impulsività sia direttamente collegata al sovrappeso. Infatti i partecipanti allo studio più impulsivi erano anche i più pesanti – in media 10 kg in più dei non impulsivi -.

2) Occhio non vede “gola” non duole

Il Dottor Brian Wansink afferma che: ”Le persone magre sono anche quelle che si siedono più lontane dal buffet al contrario di quelle “più in carne” che si siedono più vicino e guardano il buffet di continuo…Più grandi sono i piatti più cibo vediamo e più mangiamo; ad esempio con un piatto più largo si mangia dal 9% al 31% di cibo in più.”

Lo conferma anche una ricerca presso l’Università Cornell ad Ithaca, nello Stato di New York, che ha dimostrato che più pietanze si hanno in tavola più si mangia.

Esemplare è l’esperimento fatto da Google insieme ad un team di psicologi presso il proprio ufficio newyorchese. Lo scopo era ridurre il consumo di calorie dei suoi 2.000 dipendenti. Per sette settimane i cioccolatini M&Ms furono spostati dalle loro solite ceste – facilmente accessibili e ben visibili – e furono messi in barattoli di vetro opachi e con il coperchio – quindi meno visibili e con accesso più difficoltoso -. Ebbene in quelle sette settimane furono consumati meno cioccolatini per una quantità di 3 milioni e 100 mila calorie in meno.

3) Indovina con chi vado a cena e chi me la serve?

– Se il cameriere è appesantito avremo meno problemi ad ordinare una portata in più: si veda la ricerca presso l’Università British Columbia di Vancouver in Canada.

– Se mangiamo con una persona sovrappeso mangiamo di più rispetto a quando mangiamo con una persona magra: si veda la ricerca presso l’Università Blaise Pascal di Clermont-Ferrand in Francia.

– Una donna mangia cibi più leggeri quando è a tavola con un uomo rispetto a quando è con una donna: si veda la ricerca presso l’Università McMaster di Hamilton in Canada.

Buona mente e buon appetito.

Massimo

Image Credit: Matthew G

 


Massimo Lattes

Dopo aver completato gli studi in Statistica Economica e Sociale, ho sviluppato una specializzazione nell'analisi pubblicitaria televisiva. Ho gestito diversi programmi televisivi sia a livello manageriale che editoriale, collaborando con aziende come Il Sole 24 Ore, Rai, Mtv, Sky e Forbes. Tuttavia, il mio interesse si è spostato verso la Psicologia e la Sociologia, con il desiderio di comprender meglio le persone dietro ai dati e numeri statistici. Ho approfondito quindi le mie competenze in Psicologia e Sociologia attraverso studi, letture e partecipazioni a corsi e seminari. Questo interesse mi ha spinto a creare AudiMente, uno spazio in cui condivido riflessioni sul benessere e sulla crescita personale attraverso l’analisi di ricerche di Psicologia Sociale, Psicologia Individuale e Psicologia Cognitivo-Comportamentale.

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